Una start up si può finanziare solo con fondi pubblici o con il tradizionale canale bancario ?
Finanziare una start-up con la finanza agevolata è sicuramente il modo più conveniente e più utilizzato visto i vari incentivi esistenti oggi (Resto al Sud, Selfiemployment, Nuove Imprese a tasso zero solo per citarne alcuni) , ma quando questo non è possibile come comportarsi?
Andare in banca poi risulta spesso complicato se parliamo di nuove imprese e non sempre si riesce ad ottenere credito. Anche in questo caso però ultimamente si stanno diffondendo strumenti ad hoc per le start up quale il microcredito.
E’ bene a questo punto pensare anche a canali alternativi che negli ultimi tempi si stanno diffondendo sempre di più. Vediamone alcuni.
A supportare le imprese appena nate o nate da pochi mesi (start up), ci sono invece i cosiddetti business angel. E’ una persona fisica o soggetto che impegna delle risorse economiche proprie nel capitale di rischio offrendo un aiuto concreto al lancio di startup sul mercato, grazie al finanziamento economico di capitali e a qualsiasi altro mezzo a sua disposizione come: le proprie abilità, nozioni in materia, contatti, conoscenze.
Altro supporto può arrivare dalle piattaforme di equity crowdfunding, che raccolgono capitali tra investitori privati. L’equity crowdfunding è una forma di crowdfunding operata attraverso piattaforme online in cui, a fronte di un investimento anche di modesta entità, l’azienda oggetto della campagna di raccolta di capitali riconosce all’investitore un titolo di partecipazione della società stessa.
Sempre nelle prime fasi di sviluppo delle start-up ci sono altri due soggetti che possono intervenire.
Si tratta degli incubatori e degli acceleratori d’impresa. Si tratta di soggetti che supportano le startup offrendo loro una vasta gamma di servizi di supporto che includono spazi fisici, attività per lo sviluppo del business e opportunità di integrazione e networking. Gli incubatori supportano i team che stanno per fondare una start-up, cioè non hanno ancora ufficialmente avviato un’impresa, o che sono in una fase molto precoce, mentre gli acceleratori affiancano solitamente start-up in una fase un poco più avanzata e che quindi possono affrontare un percorso di accelerazione e crescita attraverso uno specifico programma.
Ci sono poi i fondi di venture capital che intervengono una volta portato sul mercato il prodotto/servizio e dimostrato soprattutto che per quel prodotto o servizio un mercato esiste.
Le differenze che sussistono tra venture capital e private equity sono principalmente relative agli obiettivi che si prefiggono i relativi fondi, in quanto il venture capital nasce come sottocategoria del private equity.
Nello specifico il private equity si riferisce a tutte le operazioni effettuate da investitori istituzionali in aziende che hanno già una storia consolidata alle spalle e hanno bisogno di partner finanziari per mettere in atto una ristrutturazione, cambiare la proprietà o realizzare piani di sviluppo (per esempio espandersi a livello internazionale).
Diversamente il venture capital tratta operazioni effettuate da investitori istituzionali (fondi di varia natura) che entrano nel capitale di un’azienda in fase di avviamento (start up) o che sta attraversando un periodo di espansione.
I fondi di venture capital di solito investono in alcune quote di capitale delle start-up target lasciando ai fondatori delle start-up la maggioranza in quanto sono la vera ricchezza dell’azienda, essendo coloro che hanno avuto l’idea e hanno la visione di dove vogliono arrivare.
I fondi di venture, però, hanno le stesse logiche dei fondi di private equity anche nell’approccio alla cosiddetta exit, cioè al momento del disinvestimento: un fondo ha sempre una durata limitata di vita e in quella vita deve poter disinvestire e portare a casa un guadagno.
Se vuoi avviare una start up e necessiti di capire come finanziarla e come elaborare un buon business plan scrivici e ti daremo il nostro supporto.
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